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 UNA DOMENICA   Il sole stava tramontando quando finalmente varcammo la soglia di casa, e la stanchezza mi avvolgeva come una pesante coperta. "Ragazzi, andate subito a lavarvi le mani," dissi ai miei figli, Luca e Sofia, mentre si trascinavano all'interno. "Io preparo qualcosa di veloce per cena." Mi diressi verso la cucina, sentendo le gambe pesanti dopo il lungo viaggio. Fu allora che notai mio marito, Marco, che si lasciava cadere pesantemente sul divano. "Laura," mormorò, la voce roca. "Non mi sento granché. Credo di avere un po' di febbre." Mi voltai a guardarlo, notando il suo volto pallido e gli occhi lucidi. Un brivido mi percorse la schiena, ma lo attribuii alla stanchezza. "Vuoi un'aspirina?" chiesi, già pensando a dove avessi riposto la scatola dei medicinali. Marco scosse debolmente la testa. "No, mangio qualcosa e vado a letto. Passerà." La cena fu un affare rapido e silenzioso. I bambini sbadigliavan
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  Una Notte a Grado     Il chiosco sulla spiaggia di Grado brillava come un faro nella notte estiva, un'oasi di luce e vita in mezzo all'oscurità che avvolgeva la costa. Seduta su uno sgabello di legno consumato dal sale, osservavo distrattamente il barista preparare il mio terzo Negroni della serata. Le sue mani esperte danzavano tra le bottiglie, mescolando gin, vermouth rosso e Campari in un vortice ipnotico di rosso cupo. "Ecco qui, signorina," disse, spingendo il bicchiere verso di me con un sorriso stanco. "Ma vada piano, eh? La notte è ancora giovane." Annuii distrattamente, portando il drink alle labbra. Il sapore amaro e complesso esplose sulla mia lingua, un contrasto perfetto con la dolcezza dell'aria marina. Chiusi gli occhi, assaporando il momento di quiete. Erano quasi le dieci di sera, e la spiaggia si era svuotata, lasciando solo qualche coppia romantica a passeggiare lungo la battigia e gruppetti sparsi di adolescenti che ridevano e s
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   La Villa dei Sussurri